IL MATTO DI ANASTASIA
A differenza di altri tipi di scacchi matti, non prende il nome da un giocatore famoso ma da un racconto dello scrittore tedesco Wilhelm Heinse (1746 - 1803) intitolato Anastasia und das Schachspiel (1803), nel quale viene appunto descritta una posizione di scacco matto con Cavallo e Torre, dove l'equino toglie case di fuga al Re confinato su uno dei bordi della scacchiera e la Torre dà lo scacco mortale. La casa di fuga rimanente è ostruita da un pezzo compagno del Re sconfitto, di solito un Pedone. Ciò è illustrato nel diagramma esemplificativo, con il Bianco che vince con 1. Te2-h2#.
IL MATTO DI BODEN
Deve la sua denominazione ad una famosa partita vinta nel 1853 dal giocatore inglese Samuel Standidge Boden (1826 - 1882) e si basa sull'azione incrociata di due Alfieri. Il Re sconfitto si trova nella prima od ultima traversa ed ha le case di fuga ostruite da altri pezzi compagni. Un esempio di matto di Boden si ha nel diagramma, dove il Bianco ha vinto con 1. Af1-a6#.
IL MATTO DI PILLSBURY
Prende il nome dal giocatore americano Harry Nelson Pillsbury (1872 - 1906). È caratterizzato da uno scacco matto dato dall'azione combinata di Torre ed Alfiere, dove la figura pesante è il pezzo mattante, mentre quella leggera si limita a togliere una via di fuga del Re avversario, che è posto in una casa adiacente ad un angolo. Nel diagramma il Bianco ha dato uno scacco matto di questo genere con 1. Td1-b1#. La casa di fuga a1 è proibita dal tiro in diagonale dell'Ag2.
IL MATTO DI MORPHY
Prende il nome dal giocatore americano Paul Charles Morphy (1837 - 1884). È simile allo schema di scacco matto precedente, tranne che la Torre e l'Alfiere si scambiano di ruolo: il pezzo mattante è la figura leggera, quella pesante si limita a togliere una via di fuga al Re avversario, che è posto in un angolo della scacchiera. Nel diagramma il Bianco matta con 1. Pd4-d5#, sfruttando lo scacco di scoperta dell'Ac3. La casa di fuga g8 è proibita dal tiro della Tg1.
IL MATTO DELL'OPERA
Prende la denominazione da una mitica partita giocata da Morphy nel 1858 all'Opera di Parigi. In questo schema di matto il Re avversario si trova sulla prima od ultima traversa e subisce lo scacco matto da una Torre coperta da un Alfiere posto in diagonale sull'altro lato (rispetto alla colonna del monarca). Ad esempio, nel diagramma il Bianco dà un matto dell'Opera con 1. Td1-d8#. Il Re non può catturare la Torre perché è protetta dall'Alfiere. Va tuttavia specificato che l'autentico "matto dell'Opera" prevede pure che il Re perdente non si mai mosso durante tutta la partita.
IL MATTO DI MAYET
Come per il precedente matto dell'Opera, è caratterizzato dall'azione combinata di Torre ed Alfiere, ma con il Re sconfitto posto in una casa adiacente ad un angolo della scacchiera. Infatti il pezzo mattante è la Torre che dà il matto proprio nell'angolo usufruendo della copertura data dall'Alfiere piazzato sulla diagonale principale a cui appartiene l'angolo stesso. Il nome di questo schema di scacco matto deriva dal giocatore tedesco Karl Mayet (1810 - 1868). Nel diagramma il Bianco vince col matto di Mayet muovendo 1. Th1-h8#. La Torre bianca è intoccabile perché coperta dall'Ab2 (si noti che invece nel matto di Pillsbury la Torre non è coperta dall'Alfiere).
IL MATTO DI BLACKBURNE
È uno schema di scacco matto intitolato al giocatore inglese Joseph Henry Blackburne (1841 - 1924), soprannominato Black Death ("Morte Nera") per la sua abilità combinativa. Si tratta di un matto basato sull'azione di tre pezzi leggeri, per la precisione attuato tramite la batteria degli Alfieri ed un Cavallo. Il Re sconfitto si trova in una casa adiacente ad un angolo e subisce il matto, a ridosso, da uno dei due Alfieri, il quale risulta intoccabile dal monarca perché coperto dall'equino. Nel diagramma un esempio di tale matto, col Bianco che vince con la mossa 1. Ae3-Aa7#.