Nel 1851 si svolse nella capitale inglese il London Chess Tournament, il primo vero torneo internazionale della storia degli scacchi. In una pausa fra un turno e l'altro, due fra i maggiori partecipanti si ritrovarono per una partita amichevole al ristorante Simpson's in the Strand, la sede preferita dei giocatori londinesi più in vista dell'epoca, pari per importanza scacchistica al Café de la Régence di Parigi. Il conduttore del Bianco fu il tedesco Karl Ernst Adolf Anderssen (1818 - 1879), destinato a vincere da lì a poco il torneo, mentre quello del Nero l'estone, naturalizzato francese, Lionel Kieseritzky (1806 - 1853), il quale, pur essendo stato eliminato al 1° turno proprio da Anderssen, si sarebbe a breve consolato vincendo quello stesso anno il torneo del London Chess Club.
L'IMMORTALE
Anderssen - Kieseritzky (Londra, 21 giugno 1851)
[C33] Gambetto di Re
1. e4 e5 2. f4 exf4 3. Ac4 (la variante Steinitz, chiamata anche Gambetto d'Alfiere) Dh4+ 4. Rf1 b5!?
Questa strana mossa porta al Controgambetto Bryan, un'idea strategica intitolata al giocatore americano Thomas Jefferson Bryan (1803 - 1870): il Nero sacrifica un Pedone per allontanare l'Alfiere campochiaro avversario dalla "diagonale della Morte" a2-g8. È altamente probabile che Kieseritzky abbia scelto questa continuazione insolita perché a Parigi nel 1844 gli consentì di battere in bello stile il tedesco, naturalizzato americano, John William Shulten (1821 - 1875).
5. Axb5 Cf6 6. Cf3 ...
Nella citata partita di Parigi, Shulten continuò invece con 6. Cc3, con il seguito 6. ... Cg4 7. Ch3 Cc6 8. Cd5 Cd4 9. Cxc7+ Rd8 10. Cxa8 f3 11. d3 f6 12. Ac4 d5 13. Axd5 Ad6 14. De1 fxg2+ 15. Rxg2 Dxh3!! 16. Rxh3 Ce3+ 17. Rh4 Cf3+ 18. Rh5 Ag4# 0-1.
6. ... Dh6 7. d3 Ch5 8. Ch4 ...
Le ultime due mosse di Cavallo sono non ottimali, ma si deve tener conto che la moderna teoria strategica era ancora agli albori, quindi i giocatori avevano il vizio di muovere più volte lo stesso pezzo in avanti per trovare al più presto qualche spunto d'attacco: Kieseritzky vuole difendere meglio il Pf4 ma il suo vero scopo è lo scacco Ch4-g3+ che guadagnerebbe la Torre di Re avversaria. Anderssen para la minaccia interponendo il proprio equino sul margine della scacchiera, pvvero in una zona notoriamente sfavorevole, ma con la prospettiva di piazzare la figura leggera nella casa f5 appena ciò diventerà fattibile.
8. ... Dg5 (nell'analisi post-mortem lo scacchista francese dichiarò che qui avrebbe fatto meglio a giocare 8. ... g6 per prevenire il salto del Cavallo bianco, dato che il Pd7 è ben difeso e, dunque, l'Alfiere bianco non minacciava alcunché) 9. Cf5 c6 (era da considerare di nuovo la spinta Pg7-g6 per allontanare l'equino molesto)
10. g4?! ...
Questa mossa è criticabile, perché la semplice ritirata 10. Aa4 pare migliore, tuttavia mette in piena luce lo stile del campione tedesco, che punta tutto sulle complicazioni tattiche, in sintonia con l'attitudine romantica della maggior parte degli scacchisti quel periodo.
10. ... Cf6 11. Tg1 cxb5?
Dopo aver messo in salvo il suo Cavallo, il giocatore francese decide di accettare il sacrificio dell'Alfiere, ma era meglio rifiutarlo ed optare per la spinta 11. h5 che avrebbe impedito il successivo attacco dell'avversario sul lato di Re, dove attualmente è mal piazzata la Donna nera.
12. h4 Dg6 13. h5 Dg5 14. Df3 ...
Ecco le conseguenze! Il Bianco minaccia Ac1xf4, catturando il pezzo più importante del Nero.
14. ... Cg8?
Con la propria Donna in pericolo, Kieseritzky non trova di meglio che aprire una via di fuga per la figura pesante facendo retrocedere l'equino nella sua casa di partenza. Invece più precisa era 14. ... Ab7, sviluppando un altro pezzo e salvando la Donna con un tatticismo. Per esempio: 15. Axf4 Cxg4!? 16. Dxg4 (Axg5? 17. Ch2+) Dxg4 17. Txg4 g6, con posizione preferibile per il Bianco ma il Nero può ancora combattere.
15. Axf4 Df6 16. Cc3 (portando in campo un altro pezzo) Ac5?
Giustamente Kieseritzky si accorge di essere in ritardo di sviluppo, pertanto sceglie di far uscire sunito il suo Alfiere camposcuro, senza perdere tempo a difendere il Pb5, Ma qui la migliore sarebbe stata la spinta 16. ... g5 per allontanare l'Af4, inchiodando in questo modo con la propria Donna il Cf5 perché dietro c'è la Donna bianca, sospesa in f3 senza alcuna protezione.
17. Cd5 (più precisa è 17. d4! con la trappola 17. ... Axd4? 18. Cd6+ Rd8 19. Ag5+!! Dxg5 20. Cxf7+ e la Donna nera viene catturata) Dxb2 18. Ad6?
È incredibile come quest'unico vero grosso errore del giocatore tedesco funga da miccia per una delle più belle combinazioni di sempre!
Anderssen avrebbe dovuto giocare piuttosto 18. Te1, consolidando l'enorme vantaggio fino a quel momento ottenuto. È plausibile che egli decise di giocare spavaldamente all'arrembaggio, essendo convinto che il suo avversario fosse ormai senza una difesa accettabile. Da notare che ambedue le Torri del tedesco sono in presa, però, sbagliando i calcoli, il francese si lasciò sfuggire fra le mani l'occasione di riequilibrare la partita e catturò per prima quella che non doveva essere assolutamente toccata!
18. ... Axg1?
Era corretta 18. ... Dxa1+, dato che con lo scacco il Nero mantiene l'iniziativa. In effetti il seguito 19. Re2 Db2! 20. Axc5 Dxc2+ 21. Rf1 Dxc5 conduce ad una posizione di nuovo equilibrata!
19. e5!? (una spinta intelligente che toglie al Pg7 la protezione della Donna nera, ma più precisa è 19. Te1) Dxa1+ 20. Re2 Ca6??
Il classico tragico errore finale, si resisteva più a lungo con 20. ... Aa6. L'uscita errata del Cavallo nero permette ad Anderssen, dopo aver sacrificato con scioltezza le due Torri, di sacrificare disinvoltamente pure la Donna, consegnando così alla storia del Nobil Giuoco una partita indimenticabile!
21. Cxg7+ Rd8 22. Df6+! Cxf6 23. Ae7# 1-0
Questa notevole partita è conosciuta come «l'Immortale di Anderssen».
La partita, nel formato di testo PDF (Portable Document Format), con le analisi dettagliate di un forte motore scacchistico.
Il file PGN (Portable Game Notation) della partita, utilizzabile con la maggior parte dei software scacchistici.
Il testo commentato della partita, nel formato PDF (Portable Document Format) con un'impaginazione ottimizzata per la stampa.