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Teoria

Gambetto di Re

Apertura: Gambetto di Re

Variante: -

Codice ECO: C30

FEN: rnbqkbnr/pppp1ppp/8/4p3/4PP2/8/PPPP2PP/RNBQKBNR b KQkq - 0 2

Linea standard: 1. e4 e5 2. f4

Debutto ufficiale: 1560 (Lopez de Segura)

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Schema d'apertura fu tra i più giocati e studiati durante il periodo romantico dell'Ottocento, attirando giocatori del calibro di Louis-Charles Mahé de La Bourdonnais (1795 - 1840), Alexander McDonnell (1798 - 1835), Paul Charles Morphy (1837 - 1884), Adolf Anderssen (1818 - 1879) e Wilhelm Steinitz (1836 - 1900). Anzi, questi giocatori firmarono proprio con il Gambetto di Re alcune delle partite più spettacolari della loro carriera. Anche giocatori estrosi del secolo successivo, come Xavier Tartakower (1887 - 1954) e, specialmente, l'austriaco Rudolf Spielmann (1883 - 1942) lo adottarono, ma con esiti non sempre felici, perché nel frattempo le conoscenze teoriche su quest'apertura erano progredite notevolmente, spuntando buona parte delle armi a disposizione del Bianco.

Oggi il Gambetto di Re fa ancora capolino nei tornei internazionali, tuttavia, ad alto livello, molto di rado viene utilizzato nello spirito puramente tattico dei suoi antichi fautori, bensì viene trattato seguendo criteri più posizionali, con i quali il GM svedese Gösta Stolz (1904 - 1963) mostrò negli anni '30 di poter cogliere interessanti successi.

L'idea strategica del Bianco consiste nell'attaccare immediatamente il Pe5 per mezzo della spinta Pf2-f4, con l'intento di rimuovere velocemente il forte punto centrale dell'avversario e nel contempo di aprire subito la colonna f, in modo da sfruttarla per un attacco sul lato di Re avversario, tipicamente dopo aver eseguito l'arrocco corto. Il Nero dispone però di varie contromisure, fra cui bisogna segnalare l'interessante Controgambetto Falkbeer 2. d5, con il quale il Bianco viene praticamente preso in contropiede nella lotta per il centro.  

Gösta Stolz