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Teoria

Gambetto Italiano

Apertura: Gambetto Italiano

Variante: -

Codice ECO: C50

FEN: r1bqk1nr/pppp1ppp/2n5/2b1p3/2BPP3/5N2/PPP2PPP/RNBQK2R b KQkq - 0 4

Linea standard: 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Ac5 4. d4

Debutto ufficiale: 1818 (Sarratt)

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Il Bianco fa avanzare con decisione al 4° tratto il Pd2 per ottenere linee aperte al centro e la possibilità di sviluppare subito il proprio Alfiere camposcuro. Qui, a differenza della Partita Italiana, non c'è alcuna spinta preparatoria e ciò comporta il sacrificio del Pedone, da cui la denominazione dell'apertura. Tuttavia, dal punto di vista statistico, la presente linea di gioco in meno della metà dei casi ha una connotazione autonoma perché il Nero tende molto spesso a deviare con 4. ... exd4 nel più noto Gambetto Scozzese.

Il primo esempio di Gambetto Italiano si ebbe a Londra nel 1818, dove l'inglese Jacob Sarratt (1712 - 1819), in una partita amichevole, sconfisse con 4. d4 un giocatore anonimo in appena 9 mosse. Nel 1850 l'apertura venne utilizzata per la prima volta nel gioco per corrispondenza dal russo Ilya Shumov (1819 - 1881), che fu anche un noto compositore di problemi, il quale riuscì a battere Kirejewski in 28 mosse. L'esordio in competizioni di un certo livello si ebbe invece parecchi anni dopo, nel 1885 al 13° Campionato olandese, disputato a L'Aia, dove stavolta il conduttore del Bianco, L. Content, non riuscì a sorprendere l'avversario, Jan A. Tinholt e fu sconfitto in una battaglia di 50 mosse. 

Ilya Shumov