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Teoria

Partita di Gioco Piano

Apertura: Partita di Gioco Piano

Variante: -

Codice ECO: C50

FEN: r1bqk1nr/pppp1ppp/2n5/2b1p3/2B1P3/3P1N2/PPP2PPP/RNBQK2R b KQkq - 0 4

Linea standard: 1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 Ac5 4. d3

Debutto ufficiale: 1836 (Goltz, Lasa)

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La Partita di Gioco Piano deve il suo nome all'andamento molto lento che infonde alla fase d'apertura, tanto che nei paesi di lingua anglosassone è conosciuta come Giuoco Pianissimo, con evidente omaggio alla denominazione italiana, visto che lo schema derivante dalla conservativa spinta 4. d3 fu studiato dapprincipio dagli scacchisti italiani del XVI-XVII secolo. 
Nonostante le numerose innovazioni teoriche moderne apportate dal GM peruviano Esteban Canal (1896 - 1981) e dal GM serbo Boris Kostic (1887 - 1963), questo impianto di gioco non ha mai goduto vasta diffusione, fondamentalmente perché imprime alla partita un andamento abbastanza piatto e privo di appigli tattici.

L'idea strategica del Bianco è di condurre le operazioni con gradualità e senza fretta di attaccare, in modo da migliorare a poco a poco la posizione del proprio schieramento. In tal senso è frequentissimo lo sviluppo Cb1-c3, dato che la spinta Pc2-c3 è più tipica di un altro impianto strategico, la Partita Italiana, che il più delle volte mira invece a creare subito una forte tensione al centro con la successiva spinta Pd2-d4.  D'altro canto, con tale maniera rallentata di condurre l'apertura non si pone alcun problema al Nero nella fase iniziale, per cui esso può prepararsi con calma a sostenere l'urto del Bianco nelle parti successive della partita. 

Boris Kostic