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Teoria

Difesa Ovest-Indiana

Apertura: Difesa Ovest-Indiana / Difesa Indiana di Donna

Variante: -

Codice ECO: E12

FEN: rnbqkb1r/p1pp1ppp/1p2pn2/8/2PP4/5N2/PP2PPPP/RNBQKB1R w KQkq - 0 4

Linea standard: 1. d4 Cf6 2. c4 e6 3. Cf3 b6

Debutto ufficiale: 1887 (Noa)

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L'impianto di gioco promette per il Nero un controllo delle case d5 ed e4 tramite l'Alfiere di Donna posto in fianchetto e mediante spinte oculate dei propri Pedoni centrali. Il Bianco tende naturalmente ad espandersi al centro, preparando di solito l'idea della spinta Pe2-e4  con lo sviluppo del Cavallo di Donna in c3. Va comunque osservato che nel caso che il Nero contrasti subito l'azione di tale figura inchiodandola con la mossa Af8-b4, si rientra in continuazioni che sono più caratteristiche della Difesa Nimzo-Indiana che dell'apertura in oggetto. Molto spesso il Bianco opta per un controgioco che prevede il fianchettamento del proprio Alfiere di Re (Pg2-g3 e Af1-g2) per contrastare l'azione dell'Alfiere campochiaro avversario.

La Difesa Ovest-Indiana - o Difesa Indiana di Donna, come è più conosciuta all'estero - esordì nel 1887 a Francoforte con una spettacolare partita fra l'inglese Joseph Henry Blackburne (1841 - 1924) e l'ungherese Josef Noa (1856 - 1903). Fra i suoi primi rinomati teorici ci fu il lettone Aaron Nimzowitsch (1886 - 1935), che con la sua notevole fantasia diede notevoli contributi negli studi su questa apertura. Pur non essendo frequente nei tornei internazionali come altre aperture, la Difesa Ovest-Indiana non ha però mai conosciuto momenti di grande crisi, in quanto assicura al Nero un gioco abbastanza solido e con pochi rischi. 

Josef Noa