Scacchi St. George / Calvert
Questo stile, simile a quello Régence, deriva il nome dalla foggia dei pezzi utilizzati durante il XIX secolo nel Saint George Chess Club di Londra, frequentato dai migliori scacchisti inglesi dell'epoca. Fu con questi pezzi che nacque sia l'idea di piombarli per migliorare la loro stabilità, sia di apportare il caratteristico taglio sulla testa dell'Alfiere per distinguerlo meglio dalla Donna. Un'altra caratteristica distintiva che fu introdotta rispetto agli scacchi di foggia francese è l'eliminazione del gambo della Torre, che ora poggia direttamente a terra. Il design originale è comunque attribuito a John Calvert, un artigiano che produsse questo stile di pezzi fra il 1790 ed il 1840 vendendoli nel suo negozio di Londra.
Scacchi Barleycorn
Il nome dello stile deriva dal particolare aspetto delle figure reali (Donna e Re), la cui parte centrale è spesso granulata, ricordando i chicchi di una spiga d'orzo (barleycorn in inglese). Questi scacchi furono in gran auge in Inghilterra fra il 1820 ed il 1850, specialmente durante l'epoca vittoriana, perché ritenuti molto più raffinati degli scacchi St.George, che però erano preferiti nei circoli. Si nota chiaramente l'influenza dello stile Selenus, anche per i colori prevalenti (bianco avorio e rosso) e per il tipico materiale adoperato per la fabbricazione, l'osso. Gli scacchi in oggetto differiscono però dai loro precursori soprattutto per la forma della Torre, che qui perde il gambo. Inoltre in molte varianti artistiche questa figura è sormontata da una bandiera o da qualche altro motivo decorativo.
Scacchi di Edimburgo / Scozzesi
Gli scacchi in stile scozzese (o di Edimburgo) furono di moda per un breve periodo, nel ventennio dal 1840 al 1860. Le versioni più pregiate e rifinite erano intagliate in osso ma si diffusero soprattutto le versioni fabbricate in qualche varietà di legno duro, di prezzo più abbordabile. In effetti, a dispetto della loro breve esistenza, grazie alle versioni più economiche furono molto popolari ed ispirarono indubbiamente i design successivi. Pur di aspetto più elegante, il loro principale svantaggio rispetto agli scacchi odierni è il baricentro elevato, specialmente nel Cavallo, che rende i pezzi più facili a cadute se urtati.
Scacchi Staunton
Ideati all'incirca nel 1845 da Lord John Hay per l'Edinburgh Chess Club, che gli chiese di creare una versione migliorata degli scacchi scozzesi, e poco dopo leggermente modificati da Nathaniel Cooke, tipografo al The Illustrated London News, e John Jacques, produttore di materiale ludico, furono brevettati nel 1849 con l'approvazione del più celebre scacchista dell'epoca, Howard Staunton. Si tratta dei pezzi, ufficialmente adottati dalla FIDE nel 1924, che hanno battuto la concorrenza dei più diffusi scacchi in stile Régence e St. George. Con qualche leggera modifica, sono ancor oggi in uso in tutte le competizioni.
Scacchi Slavi (o Russi)
Sono, più o meno, una variante degli scacchi Staunton dove le sommità del Re (cioè la croce), della Donna e talvolta anche dell'Alfiere sono di colore contrario a quello del pezzo. Un'edizione speciale degli scacchi slavi, detta di Zagabria, fu usata al Torneo dei Candidati disputato in Croazia nel 1959. Nella foto grande sottostante è ritratto, per esempio, un set da viaggio di produzione sovietica del 1956.
Scacchi moderni
Non si può escludere che in futuro l'aspetto standard degli scacchi muti ancora. Molti artisti, da Marcel Duchamp (1887 - 1968) in poi, si sono cimentati nel compito di svecchiare il design degli scacchi, staccandosi in alcuni casi anche fin troppo dallo stile Staunton. Fra i tentativi più riusciti ed equilibrati è degno di nota quello degli scacchi Berliner (cfr. foto sottostante) realizzati dalla ditta APF von Rolland di Berlino negli anni '60. Rappresentano forse tuttora il miglior connubio fra modernità e tradizione.
Un altro set di pezzi che si è distinto come innovazione è quello ideato dal pittore francese Yves Tanguy (1900 - 1955), che si fonda su linee geometriche molto semplici ma pregevoli, in perfetto stile minimalista. La sottostante scacchiera, pur non essendo quella originale dell'autore, ne rappresenta in pieno lo stile.