Nel Settecento ebbe vasta fama un automa che strabiliò non poco i giocatori dell'epoca per la sua bravura nel gioco degli scacchi. Aveva le sembianze di un Turco seduto dietro una scrivania chiusa sul davanti da tre sportelli e con due cassetti sul fondo. Fu presentato come attrazione spettacolare per la prima volta nel 1769 dal barone ungherese Wolfgang von Kempelen (1734 - 1804) e l'esibizione consisteva in due distinte fasi. Nella prima il padrone dell'automa apriva gli sportelli ad uno ad uno per far vedere agli spettatori il complesso sistema di ingranaggi, fili e rotelle che azionavano l'automa, nella seconda invitava qualche astante a sfidare il marchingegno in una partita sulla scacchiera presente sulla scrivania. Inutile specificare che gli sfidanti venivano regolarmente battuti!
La meraviglia per il "Turco" si diffuse in modo così rapido in tutta Europa che alcune posizioni di partite disputate dall'automa furono raccolte ed esaminate in opere di famosi giocatori di quel periodo, come Giovanbattista Lolli (1698 - 1769) ed Ercole Del Rio (1718 - 1802).
L'automa incontrò anche l'interesse di molti personaggi illustri, fra cui Napoleone Bonaparte e Federico II di Prussia. Quest'ultimo volle assolutamente acquistare codesta meraviglia meccanica, sborsando una cifra ingente. Fu così che chiaramente venne alla luce l'imbroglio!
In realtà il "Turco" non era altro che un manichino che racchiudeva al suo interno un giocatore umano bravissimo nell'arte del Nobil Giuoco, al quale il padrone dell'automa segnalava le mosse effettuate sulla scacchiera della scrivania con un complesso sistema di levette. In questo modo il nano poteva ricostruire la posizione su una piccola scacchiera all'interno del manichino e pertanto azionare il braccio mobile dell'automa per effettuare la mossa di risposta (nell'immagine, il meccanismo secondo Joseph Racknitz).
Quando si scoprì l'imbroglio, il "Turco" finì abbandonato in una cantina. In seguito fu comprato nel 1805 per pochi soldi da Leonard Mälzel per conto del fratello Johann Nepomuk Mälzel (1772 - 1838), l'inventore del metronomo, e portato come attrazione da spettacolo in varie nazioni dell'Europa e, infine, in America, dove rimase distrutto in un incendio a Philadelphia, nel 1854.
Fra le tante partite giocate dal Turco, alcune sono arrivate fino a noi. La più nota è quella di Napoleone Bonaparte (1769 - 1821), il quale, essendo in visita alla corte di Vienna, ebbe l'occasione di misurarsi con il celeberrimo automa. Le cronache dell'epoca narrano che dopo la sonora sconfitta scaraventò per terra i pezzi e se ne andò via stizzito senza profferire una parola od un saluto.
Napoleone Bonaparte - Il Turco (Vienna, 9 ottobre 1809)
[C23] Apertura Napoleone → Partita d'Alfiere
1. e4 e5 2. Df3 Cc6 3. Ac4 Cf6 4. Ce2 Ac5 5. a3 d6 6. O-O Ag4 7. Dd3 Ch5 8. h3 Axe2 9. Dxe2 Cf4 10. De1 Cd4 11. Ab3 Cxh3+! 12. Rh2 Dh4 13. g3 Cf3+ 14. Rg2 Cxe1+ 15. Txe1 Dg4 16. d3 Axf2 17. Th1 Dxg3+ 18. Rf1 Ad4 19. Re2 Dg2+ 20. Rd1 Dxh1+ 21. Rd2 Dg2+ 22. Re1 Cg1 23. Cc3 Axc3+ 24. bxc3 De2# 0-1
Il condottiero francese non avrebbe avuto comunque nessuna speranza di battere il Turco perché quando l'affrontò l'automa era azionato di nascosto dall'austro-tedesco Johann Baptist Allgaier (1763 - 1823), uno dei migliori scacchisti viennesi di quegli anni.
La partita, nel formato di testo PDF (Portable Document Format), con le analisi dettagliate di un forte motore scacchistico.
Il file PGN (Portable Game Notation) della partita, utilizzabile con la maggior parte dei software scacchistici.
Il testo commentato della partita, nel formato PDF (Portable Document Format) con un'impaginazione ottimizzata per la stampa.