Il Gambetto Danese, denominato anche Gambetto Nordico, è una continuazione particolare del Gambetto del Centro che ha assunto lo status di apertura autonoma, perlomeno secondo la nomenclatura prettamente italiana. Nelle nazioni di lingua anglosassone è invece più noto come variante Lindehn del "Danish Gambit", dove con quest'ultimo s'intende il nostro Gambetto del Centro.

L'apertura si propone d'ottenere un vantaggio di sviluppo delle figure bianche in cambio del sacrificio di un paio di Pedoni. Il Nero deve giocare l'apertura con molta precisione, altrimenti l'attacco del Bianco assumerà ben presto dimensioni inarrestabili. In particolare il Nero deve guardarsi dal conservare a tutti i costi il materiale guadagnato, bensì deve prontamente restituirlo al fine di semplificare la posizione con opportuni cambi di figure, in modo da sgonfiare subito l'attacco del Bianco.

Portato alla ribalta dallo svedese Hans Anton Westesson Lindehn (1826 - 1870) ed in auge nel periodo romantico del XIX secolo soprattutto fra gli scacchisti dei Paesi del Nord, il Gambetto Danese prende però la denominazione dallo scacchista danese Martin Severin Janus From (1828 - 1895), che usò massicciamente quest'apertura nel Torneo Intenazionale di Parigi del 1867. L'idea tattica del Bianco ha però perso successivamente gran parte delle sue potenzialità alla luce delle moderne ricerche teoriche, per cui oggi il tratto 4. Ac4 appare raramente in competizioni fra forti giocatori.

N.B. Per Gambetto Danese di solito si sottintende la forma accettata con la presa 4. ... cxb2. Infatti, in caso di rifiuto del gambetto il seguito più frequente è 4. ... Cc6 5. Cf3 d6 6. Cxc3, raggiungendo così una posizione un po' amorfa ricavabile anche dal Gambetto Scozzese (1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. d4 exd4 4. Ac4 d6 5. c3 dxc3 6. Cxc3) o dalla Difesa di Parigi (1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ac4 d6 4. d4 exd4 5. c3 dxc3 6. Cxc3).