Ma tre anni dopo Smyslov si ripresentò più determinato che mai e per Botvinnik non ci fu scampo. Lo sfidante vinse il match 12½ a 9½ (+6, =13, -3) divenendo il nuovo Campione del Mondo.
Vasilij Vasiljevic Smyslov (1921 - 2010) nacque a Mosca e scalò rapidamente le graduatorie dello scacchismo sovietico, diventando Maestro a diciassette anni e Grande Maestro ad appena vent'anni. Come Botvinnik e Bronstein, anche Smyslov si era formato frequentando assiduamente una Casa dei Giovani Pionieri. Fin dagli esordi il giocatore russo mostrò una netta predilezione per il gioco posizionale ed una grande passione nello studio dei finali.
Secondo molti autori il suo stile si avvicina parecchio a quello di Capablanca, a cui spesso gli ammiratori lo paragonavano. Nonostante ciò Smyslov all'occorrenza non si sottraeva al gioco prettamente tattico e combinativo. Grazie a queste caratteristiche il giocatore moscovita si guadagnò il diritto nel 1954 di sfidare per il titolo mondiale Botvinnik, contro cui pareggiò.
Nell'anno successivo Smyslov vinse il Campionato Sovietico proprio davanti a Botvinnik. Subito dopo sconfisse tutti i pretendenti al titolo mondiale nel Torneo dei Candidati, compreso Keres nel match finale, guadagnando di nuovo il diritto di sfidare Botvinnik. Nel match disputatosi nel 1957 Smyslov riuscì finalmente a strappare la corona di Campione del Mondo al suo avversario.
Pareva che il nuovo detentore fosse destinato a mantenere a lungo il titolo, visto che aveva espresso contro Botvinnik uno stile di gioco solido e di grande senso posizionale. Tuttavia nel match di rivincita disputatosi a Mosca nel 1958 l'ex campione, contro molti pronostici, si riprese prontamente la corona mondiale vincendo il match per 12½ a 10½ (+7, =11, -5).
Negli anni a seguire Smyslov, pur privato della corona mondiale, si mantenne sempre ai vertici delle classifiche della FIDE, ma non ottenne mai più la possibilità di riagguantare il titolo di Campione del Mondo, dando comunque uno straordinario esempio di longevità scacchistica fino alla sua morte, avvenuta nel 2010.
Neppure Botvinnik ebbe però la possibilità di godersi a lungo il titolo riconquistato. Nel 1960 venne sfidato da un astro emergente dello scacchismo, Mikhail Nekhemovic Tal (1936 - 1992). Nato a Riga, in Lettonia, Tal bruciò letteralmente le tappe. Conobbe gli scacchi a sette anni ma si appassionò ad essi solo a dodici, quando si beccò il matto del barbiere dal cugino.
Da quel momento il gioco degli scacchi diventò il principale interesse di Tal e si dedicò al loro studio con tale fervore che conquistò nel 1953 il titolo di campione lettone e nel 1957 quello di campione dell'Unione Sovietica, raggiungendo così anche il grado di Grande Maestro. Nell'anno successivo confermò il titolo di Campione dell'URSS e vinse il Torneo dei Candidati, ottenendo la possibilità, a soli 23 anni, di sfidare l'ormai mitico Botvinnik.
Gli strabilianti successi di Tal degli anni precedenti vennero confermati nel match per il titolo mondiale e lo scacchista lettone batté Botvinnik con il secco punteggio di 12½ a 8½ (+6, =13, -2). Sembrava che nulla ora potesse togliergli lo scettro, poiché mai si era visto finora un giocatore che sapesse come lui padroneggiare la tecnica del gioco combinativo. Infatti per molti suoi ammiratori egli rappresenta la genialità scacchistica in persona, dato che tutti gli avversari cadevano inesorabilmente nel turbinio delle sue invenzioni tattiche.
Ma, come già era accaduto con Smyslov, l'ex campione aveva in serbo un'amara sorpresa per il giocatore di Riga. Nel match di rivincita del 1960 l'inossidabile Botvinnik si presentò da sfavorito, anche perché non si poteva immaginare a priori che un quarantanovenne potesse tenere testa al genio scatenato di Tal, che all'epoca aveva dalla sua la freschezza dei suoi 24 anni.
Invece Botvinnik si era preparato con cura per l'incontro ed aveva studiato a lungo lo stile di gioco del suo avversario. In particolare aveva notato che nelle posizioni complicate nessuno era in grado di contrastare la fantasia micidiale del campione lettone, quindi durante il match cercò di scegliere sempre posizioni abbastanza tranquille e prive di complicazioni tattiche.
La strategia di gioco di Botvinnik diede i suoi frutti, Tal si trovò privato delle sue armi migliori ed il match venne vinto con gran sorpresa dal giocatore più anziano per 13 a 8 (+10, =6, -5). Botvinnik era tornato per la terza volta sul trono dello scacchismo mondiale! Nessun giocatore è mai riuscito finora a fare altrettanto.
Negli anni successivi Tal ebbe notevoli problemi di salute, perdendo anche un rene, e questi fattori gli impedirono di tornare sul trono dello scacchismo mondiale, anche se il suo gioco si mantenne nel resto della carriera sempre ad altissimi livelli. Il "Mago di Riga", come lo chiamavano i suoi sostenitori, morì il 28 giugno del 1992 a Mosca, all'età di soli 56 anni.
D'altra parte la storia insegna che nessun regno dura in eterno, e la puntuale conferma nel caso di Botvinnik arrivò nel 1963, quando dovette difendere il suo titolo di Campione del Mondo contro il trentaquattrenne armeno Tigran Vartanovic Petrosjan (1929 - 1984). Nato a Tiflis, vicino ad Erevan, crebbe scacchisticamente a Tbilisi, in Georgia, naturalmente frequentando una Casa dei Giovani Pionieri. Influenzato dalla lezione scacchistica di grandi campioni del passato come Capablanca e Nimzowitsch, il giocatore armeno sviluppò uno stile essenzialmente posizionale ed estremamente solido.
A sedici anni conquistò già il titolo di campione di Georgia. In seguito partecipò a numerosi tornei di alto livello piazzandosi sistematicamente nei primi posti. Raramente riusciva a vincere un torneo, tuttavia ancor più raramente perdeva qualche partita. Col tempo Petrosjan si conquistò la fama di giocatore imbattibile e negli anni 1959 e 1961 divenne finalmente campione sovietico. Nel 1962 vinse anche il Torneo dei Candidati e quindi acquisì il ruolo di sfidante ufficiale nel match per il titolo mondiale.
L'incontro con Botvinnik si svolse a Mosca in un clima di incertezza. Petrosjan partì male andando subito in svantaggio, ma in seguito reagì da par suo costringendo Botvinnik ad una lunga serie di patte. Nella parte terminale la maggior freschezza dell'armeno ebbe la meglio e l'incontro finì col punteggio di 12½ a 9½ (+5, =15, -2) per lo sfidante. Petrosjan era diventato il nuovo detentore del titolo mondiale.
Molti appassionati del Nobil Giuoco non hanno mai amato lo stile di Petrosjan, giudicandolo attendista e troppo manovriero, tuttavia bisogna ammettere che lo scacchista armeno rientra nel novero dei migliori giocatori posizionali di ogni tempo. Dotato di uno stile semplice ma al tempo stesso estremamente efficace, egli tesseva con pazienza la trama della partita spingendola con abilità verso lidi apparentemente tranquilli, evitando con cura ogni rischio, tuttavia non gli sfuggiva quasi mai l'opportunità di piazzare una manovra vincente se ne aveva l'occasione.
Furono questa costanza nell'attendere le mosse errate dell'avversario e la precisione della sua intuizione posizionale a consentirgli di strappare la corona mondiale a Botvinnik, che forse era ormai troppo anziano per reggere la tensione di un match prolungato.
Nel 1966 Petrosjan dovette difendere il titolo contro un giocatore russo, Spassky, e con il suo solito granitico metodo respinse l'assalto dell'impetuoso sfidante battendolo 12½ a 11½, dopo una serie estenuante di 17 patte! Ma il suo avversario si ripresentò puntuale tre anni dopo e stavolta le cose andarono diversamente. Spassky in tale periodo aveva maturato notevolmente il suo stile, smussando la sua condotta di gioco troppo irruenta, che nel match precedente era puntualmente naufragata contro la diga difensiva del suo tenace avversario, ed inoltre aveva colmato alcune sue lacune psicologiche che negli anni giovanili lo inducevano a scoraggiarsi facilmente dopo una sconfitta.
Fu così che Petrosjan non poté nulla contro il gioco equilibrato eppur fantasioso del russo, finendo col perdere il match per 10½ a 12½ (+4, =13, -6). Negli anni successivi il giocatore armeno si qualificò varie volte per il Torneo dei Candidati, ma non ebbe più l'occasione di sfidare il campione mondiale in carica. Morì di cancro nel 1984.