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Teoria

Partita Reti-Nimzowitsch

Apertura: Partita Reti-Nimzowitsch / Attacco Indiano di Re

Variante: -

Codice ECO: A05

FEN: rnbqkb1r/pppppppp/5n2/8/8/5NP1/PPPPPP1P/RNBQKB1R b KQkq - 0 2

Linea standard: 1. Cf3 Cf6 2. g3 

Debutto ufficiale: 1850 (Mahescandra)

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Seguito indipendente e particolare dell'Apertura Reti, caratteristico dello stile ipermoderno, con cui il Bianco punta a controllare il centro, ed in particolare le sue case chiare, utilizzando le figure piuttosto che i Pedoni. La sua denominazione deriva da due rivoluzionari giocatori, il cecoslovacco Richard Réti (1889 - 1929) ed il lettone Aaron Nimzowitsch (1886 - 1935). Lo sviluppo dell'Alfiere campochiaro in fianchetto si adatta perfettamente all'idea strategica del Bianco, che intende attirare al centro i pezzi neri per poi attaccarli lateralmente.

Il Nero ha a disposizione diversi contropiani, che vanno dall'immediata occupazione del centro con i Pedoni fino all'adozione di una linea attendista in cui si posticipa tale occupazione per non fornire validi bersagli all'avversario. A causa della ricchezza delle varianti e del fatto che la teoria di quest'apertura è relativamente giovane, la Partita Reti-Nimzowitsch compare con discreta frequenza nei tornei anche di alto livello ed è gradita a quei giocatori che amano addentrarsi in territori non troppo esplorati.

Un nome alternativo dell'apertura è Attacco Indiano di Re, dal fatto che fu usata per la prima volta dall'indiano Mahescandra in una partita giocata a Calcutta nel 1850 contro lo scozzese Cochrane, ma in genere con tale denominazione s'intende oggi un impianto più generico del Bianco caratterizzato dalle mosse Cg1-f3, Pg2-g3, Bf1-g2, Pd2-d3, Cb1-d2, O-O e, infine, Pe2-e4 (l'attacco al centro vero e proprio). 

Aaron Nimzowitsch